Sostenibilità

significa possibilità di sostenere uno sforzo, di reggere un carico.

Dal punto di vista della sopravvivenza umana sul Pianeta, perciò,
il significato di SOSTENIBILITA' coincide con quello di POSSIBILITA' DI CONSERVAZIONE.

SOSTENIBILITA' significa: SOPRAVVIVENZA

L'esistenza di un oggetto (…un edificio, un processo, uno stile di vita…),

E' SOSTENIBILE SE NON


grava eccessivamente sulla capacità di resistenza dell'ambiente,
ostacolando le nostre possibilità di sopravvivenza sul Pianeta.



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Principi di Architettura Sostenibile

Abitare in modo sano, ridurre il degrado ambientale

Il progetto ecologico si pone il duplice obiettivo di:
1. realizzare un'abitazione sana
2. ridurre l'impatto ambientale della costruzione

sono due aspetti ben distinti e perfettamente complementari ormai irrimandabili di fronte a emergenze evidenti: un ambiente esterno sempre più degradato e ostile, ambienti interni dai quali vorremmo la massima protezione e che invece si rivelano sempre più insidiosi e addirittura nocivi.

Quali sono i concetti essenziali alla base di un progetto per una architettura sostenibile?

Inquinamento interno
Le insidie "storiche" dell'ambiente domestico (umidità, scarsa igiene e luce naturale etc) in epoca contemporanea si sono rapidamente estese a un'ampia gamma aggiuntiva di fattori aggressivi; ma solo negli anni Settanta le prime ricerche hanno dimostrato elevati livelli di tossicità negli ambienti interni.
Dato che le persone trascorrono il 90% dell'intera giornata in luoghi chiusi, la nocività di questi elementi è stata poi messa in relazione con sintomi di malessere e patologie molto comuni.

Questo inquinamento proviene da molti fattori: emissioni di sostanze nocive e tossiche dai materiali edili e dall'arredo, attività degli impianti, climatizzazione eccessiva, umidità o secchezza dell'aria, illuminazione priva di contrasto o vibrante, produzione di ioni positivi e di campi elettromagnetici da parte di apparecchi vari, inquinamento acustico e vibrazioni di elettrodomestici e automobili, combustione dei fornelli, uso di sostanze chimiche varie e di detergenti per la manutenzione della casa e delle piante, fumo di tabacco, attività biologiche e respirazione, presenza di microrganismi, muffe e antropotossine varie.



Bilancio ecologico
Inoltre l'edificio è la risultante di un processo molto complicato di "investimento", che ha attinto a piene mani da "riserve" messe a disposizione dalla natura e dal mondo produttivo: energia diretta e indiretta, materiali, spazio, tempo, risorse di ogni genere.
Esso dovrebbe essere pensato per durare e per funzionare dando protezione e benessere senza richiedere consumi sotto forma di sprechi; anzi dovrebbe essere in grado di innescare anche meccanismi "anti-entropici" che riducano il degrado e rigenerino risorse: per esempio attraverso il recupero e il riutilizzo di acque piovane o tecnologie non inquinanti per produrre energia.

Tradizione e regionalismo
Dietro alle più radicate tradizioni esiste "una valida ragione", benché a volte si sia perfino perso il senso delle loro motivazioni originarie.
E' una grande opportunità attingere al patrimonio immenso di conoscenze che hanno condotto, a tutte le latitudini del pianeta, a soluzioni costruttive ingegnose dal punto di vista funzionale e spesso molto significative dal punto di vista estetico e simbolico. A maggior ragione recuperando le conoscenze e i materiali locali.

Rispettare la tradizione non significa accettarla passivamente senza capirla ma, prima di agire:
osservare la cultura del luogo, recepirne i messaggi, verificare la disponibilità locale di materiali,
trovare una forma di inserimento estetico nel paesaggio e nel costruito esistente che non ne spezzi l'armonia.

In altre parole significa anche adattare il proprio progetto alla realtà locale, cercando di imparare dall'esperienza capitalizzata nello sviluppo di accorgimenti costruttivi per affrontare più efficacemente il clima di quel particolare luogo, nell'evoluzione delle tipologie regionali, nell'uso dei materiali disponibili.

Questi concetti erano alla base anche della buona architettura antica. Dice Vitruvio:
"Gli edifici saranno disposti nel modo giusto se si terrà conto innanzi tutto delle regioni e delle latitudini nelle quali si troveranno. Sembra infatti opportuno che gli edifici siano costruiti in un certo modo in Egitto, in un altro in Spagna, non nello stesso modo nel Ponto, ancora in modo diverso a Roma e così via in tutte le altre località con diverse caratteristiche sia dei terreni che del clima, poiché in una zona la terra viene influenzata da vicino dal corso del Sole, in un'altra questo è più lontano; in una di mezzo si troverà alla giusta distanza.
Come l'universo è stato dalla natura organizzato, rispetto alla terra, secondo l'inclinazione del cerchio dello Zodiaco e secondo il corso del Sole e le sue variazioni, così gli edifici debbono essere orientati secondo le caratteristiche delle regioni e le varietà del clima: a settentrione è necessario che gli edifici siano coperti a volta e siano ben chiusi e senza aperture, ma rivolti verso le zone calde.
Al contrario, nelle regioni esposte al Sole del mezzogiorno, poiché sono colpiti dal calore, debbono essere più aperti e rivolti a settentrione e ad aquilone. Così dove la natura è più avversa, si rimedia con l'arte. In altre regioni si faranno delle correzioni secondo la disposizione del cielo rispetto all'inclinazione".

Attingere alla tradizione e volgersi verso le nuove opportunità
Le regole del buon costruire non vanno rivoluzionate ma riscoperte, intelligentemente adattate alle esigenze attuali e integrate dalle attuali opportunità.

Non c'è buona architettura senza amore per la bellezza e comprensione della sua importanza, cultura umanistica e profondo interesse per la natura e per l'uomo, sperimentazione e continua ricerca.
Tenere in giusta considerazione la storia dei luoghi non impedisce di "contaminare le culture" e tantomeno di sfruttare le novità tecnologiche: la creatività contemporanea trova risorse inesauribili nell'interpretazione aggiornata e originale delle più diverse tradizioni e dalla loro integrazione con le tecnologie più recenti.
L'architettura, pur rispettando i vincoli legati al clima del luogo e alla disponibilità locale dei materiali, può diventare cosmopolita ed esprimere i migliori risultati nell'equilibrio fra tradizione e innovazione.

Costi
E' da sfatare il luogo comune per cui un edificio ecologico debba costare di più di un qualunque edificio di buona qualità che non esprime concetti ecologici.
Invece va detto che, esprimendo buoni parametri qualitativi, un edificio ecologico non può essere realizzato sotto costo, cioè sotto i parametri minimi di qualità che deve avere una buona costruzione.
In compenso i suoi pregi durano nel tempo, mentre i suoi oneri di gestione e di manutenzione sono ridotti.
Nel concreto i costi di edificazione e i livelli di comfort possono variare moltissimo, a seconda delle possibilità del committente, da livelli medi fino a livelli molto alti.


Obiettivi di un progetto ecologico
Un progetto "ecologico" deve essere semplicemente un buon progetto, concepito e realizzato con cura e competenza in rapporto a obiettivi di qualità rispondenti a una serie di elementi di riferimento:

1. utilizzo prevalente di materiali disponibili in grandi quantità, di tipo grezzo o che abbiano subito ridotti processi di lavorazione
2. flessibilità della concezione ai fini di possibili rimozioni, sostituzioni o integrazioni future degli impianti, di ampliamenti o di facili cambi di destinazione d'uso
3. illuminazione naturale
4. efficienza energetica delle strutture
5. priorità all'utilizzo di tecnologie solari
6. amicizia verso gli utenti intesa come assenza di barriere, di nocività e di insidie per gli utilizzatori, bellezza delle strutture e sensualità naturale del comfort (luce, sole, colori etc)
7. massima durabilità e facilità di manutenzione
8. recuperabilità e riciclabilità dei materiali in seguito a demolizione.

I criteri generali per progettare ecologicamente sono molto articolati e non sempre sono applicabili nella loro globalità.
A seconda del contesto si cercherà di corrispondere il più possibile agli standard ideali in funzione del luogo, del risparmio di risorse e della salute degli abitanti.
La scelta dei materiali deve tener conto del loro contenuto energetico e del loro ciclo di vita. Materiali e tecniche costruttive sono strettamente in relazione e le loro possibili applicazioni e variazioni sono innumerevoli.

Parametri di riferimento

1. natura del terreno (da analisi di tipo geologico, biogeologico e di radioattività);

2. visione di insieme e rispetto del contesto e del paesaggio;

3. orientamento armonico dell'edificio in rapporto al percorso del sole;



4. distribuzione delle funzioni secondo le diverse zone termiche create dall'orientamento rispetto al percorso del sole; distribuzione dei volumi anche in rapporto alla circolazione delle correnti d'aria esterne;

5. applicazione di principi bioclimatici;



6. criteri di integrazione tra l'esterno e l'interno (con recupero e riutilizzo di risorse, compostaggio, uso delle piante);

7. recupero, depurazione e riutilizzo delle acque;



8. impianti e strutture sani ed efficienti;

9. produzione di energia non inquinante da fonti rinnovabili;

10. impostazione progettuale mirata sulle esigenze personali e sociali;

11. prevenzione o riduzione di barriere architettoniche;

12. interpretazione degli spazi secondo proporzioni armoniche;




13. interpretazione della luce e dei colori in relazione ai bisogni profondi;







14. criteri di ecologicità in base al ciclo di vita dei materiali e degli oggetti.

Materiali e tecniche costruttive
Le tecniche costruttive devono garantire:


1. Condizioni di traspirabilità e di dispersione dell'umidità
2. migliore collaborazione degli elementi in funzione della stabilità e delle reazioni alle condizioni climatiche
3. migliore applicazione dei materiali e delle associazioni per evitare sbalzi di temperatura e favorire il microclima interno
4. prevenzione della creazione di "gabbie di Faraday"
5. abbattimento dell'impatto ecologico complessivo del costruito.

I materiali devono:





1. essere il più possibile traspiranti, antistatici e igroscopici
2. essere esenti da emissioni nocive, tossiche o radioattive
3. comportare meno oneri possibili di tipo ambientale o sociale per: costi energetici elevati, estrazione problematica, nocività per i lavoratori, produzione inquinante, difficoltà di trasporto, eliminazione alla fine della vita utile, impossibilità di riciclaggio.

Arredi
Gli stessi obiettivi vengono presi in considerazione nella concezione degli arredi.
Sia per la struttura della casa, sia relativamente all'arredamento, in generale si può affermare che (qualora non abbiano specifiche controindicazioni) i materiali naturali migliorano la qualità del clima interno perché sono antistatici, igroscopici e traspiranti, cioè evitano l'accumulo di cariche elettrostatiche e consentono la trasmigrazione dell'eventuale eccesso di umidità o la sua cessione quando l'ambiente è secco.
Questa funzione è ostacolata da tutti i materiali sintetici non traspiranti (che favoriscono il ristagno di umidità e il conseguente proliferare di batteri) ed elettrostaticizzano l'aria, attirando la polvere e aumentando il carico elettrico dell'ambiente.
Per tappezzerie, tende, poltrone, tappeti e biancheria vanno dunque privilegiate fibre naturali antistatiche e igroscopiche.

Tuttavia, anche se naturali, va evitato l'eccesso di materiali assorbenti (tessili e cartacei), specie per stanze in cui si fuma, in quanto la loro capacità di assorbire determina il successivo rilascio degli elementi inquinanti ("fleece factor").
Lo stesso effetto può essere causato dalla sovrabbondanza di scaffalature aperte, sulle quali si accumulano oggetti, libri, soprammobili che finiscono per diventare superfici di difficile pulizia e ad alto accumulo di polvere ("shelf factor").

Gli arredi devono essere sicuri, privi di spigoli, costruiti e trattati ecologicamente, le decorazioni essenziali, le vernici e le tappezzerie ecologiche, eventuale moquette tesa senza colla. Quest'ultima richiede regolari e scrupolose pulizie e la precauzione di camminarvi solo a piedi nudi o solo con scarpe da interno.
Gli odori dei materiali, le proprietà dei colori, la qualità delle luci sono tutti importanti elementi di guida.



Consumi energetici dell'edificio
I consumi causati da un edificio sono classificabili in tre tipi principali:

1. energia di produzione: consumata nei processi di approvvigionamento e produzione dei materiali da costruzione, nella costruzione stessa, manutenzione, ristrutturazioni, demolizioni, eventuale riciclaggio dei materiali
2. energia indotta: consumata indirettamente per far fronte alle necessità di costruzione o di insediamento (trasporti, traslochi, comunicazioni etc)
3. energia di esercizio: consumata per consentire la gestione dell'edificio, il funzionamento degli impianti e mantenere il livello di comfort.

In vista dell'ottimizzazione energetica il progetto deve tenere conto dell'insieme di questi fattori.

Efficienza bioclimatica
Progettare in modo "bioclimatico" significa adattarsi alle caratteristiche naturali del luogo e al suo clima per migliorare il comfort climatico interno alla casa e ridurre i consumi energetici.
Questi risultati si ottengono integrando fra loro un insieme di parametri:

1. l'orientamento dell'edificio,
2. i comportamenti dei materiali in associazione fra loro e rispetto al sole,
3. l'apporto della vegetazione e del clima locale,
4. le opportunità offerte dalle tecniche costruttive e impiantistiche per lo sfruttamento delle energie climatiche (vento e sole) ai fini di raffrescare, accumulare calore o produrre energia.







Impianti
Nella concezione degli impianti bisogna perseguire:

1. condizioni di massimo risparmio energetico nel rispetto della qualità dell'aria interna
2. ove possibile utilizzo di energie rinnovabili e pulite; applicazione di tecnologie solari attive e passive
3. condizioni di massimo risparmio, recupero e riutilizzo di acqua
4. migliore comfort e maggior controllo degli effetti di disturbo
5. massime condizioni di sicurezza.

Utilizzo di tecnologie solari
E' fondamentale riacquisire familiarità con la comprensione del clima e accostarsi alla "tecnologia solare" con atteggiamento fiducioso e costruttivo, scevro da pregiudizi e luoghi comuni quali "le tecnologie solari sono antiestetiche e costose, dal funzionamento incerto, presto si romperanno"...
E' un collettore solare tutto ciò che accumula luce e calore, consentendo la loro trasformazione in altre forme di energia: tutte le piante per esempio sono collettori biologici.
Le tecniche per creare il fuoco altro non sono che la capacità di estrarre dal legno il calore e la luce solari accumulati dalla pianta nel corso della sua vita e poi trasformati in biomassa grazie alla fotosintesi clorofilliana.

Secondo passo di importanza capitale nella storia delle "tecnologie solari" é la scoperta del vetro: un materiale stupefacente che ha consentito di far entrare nelle case la luce del sole lasciando all'esterno il freddo e i venti.
Come il vetro ha garantito di abbinare protezione dal freddo e luce, rivoluzionando la storia dell'architettura, le tecnologie attuali, capaci di catturare la luce del sole per trsaformarla in calore o in elettricità, rappresentano una immensa opportunità per tutti.
Sia nelle sue forme dirette (cioè che sfruttano il semplice calore della radiazione) che indirette (che lo trasformano) l'energia solare fornisce un altissimo grado di efficienza.

Tecnologie solari "attive" e "passive"
Le tecnologie solari si dividono in passive e attive:

1. le passive sono dette anche "dirette", perché mettono in opera uno sfruttamento diretto della radiazione, senza ulteriori trasformazioni; ad esempio sono tecnologie passive le finestrature e le serre.


2. le attive sono chiamate anche "indirette" perché operano una trasformazione (per esempio sono tecnologie attive i collettori solari per il riscaldamento dell'acqua e i sistemi fotovoltaici, che raccolgono l'irradiazione solare e la trasformano in altre forme di energia).





Le attuali tecnologie solari mettono a disposizione dell'architetto sistemi sempre più efficienti, affidabili ed economici. Anche il settore fotovoltaico, benché rappresenti ancora una soluzione costosa con inconvenienti irrisolti, è ormai degno di grande attenzione.


Cultura dell'accoglienza: progettare per tutti
"Immagini sempre l'Architetto per una finestra una persona al davanzale, per una porta una persona che la oltrepassi, per una scala una persona che la discenda, una che la salga, per un portico una persona che vi sosti, per un atrio due che vi si incontrino, per un terrazzo uno che vi si riposi, per una stanza una che ci viva. (...) L'Architetto, per capire il suo mestiere bellissimo, deve avere nei sensi le sue costruzioni, cioè prevederle e presentirle, precollaudarle sotto tutte le immaginabili luci dei cieli (...) e sotto tutte le incidenze del sole." Gio Ponti

Ancora oggi l'handicap è evidente e gravemente penalizzante più a causa delle barriere culturali e psicologiche che di quelle fisiche e architettoniche.
Perciò il progettista sensibile, anche quando non costretto dalle normative, si pone il problema di progettare per "utenze allargate", cioè di ampliare i parametri della sua progettazione in modo di avvicinare il suo ambiente il più possibile alle esigenze di tutti, e non solo dei molti.

Nel costume comune anziché progettare a misura d'uomo si progetta "a misura di imposizione legislativa", secondo le sole logiche del profitto e dell'ottenimento delle concessioni attraverso norme calcolate al limite inferiore della loro ammissibilità. L'abitudine a progettare non secondo una cultura umanistica, ma in base a rapporti aeroilluminanti e dimensionali minimi consentiti conduce ad ambienti che creano a molti difficoltà di relazione.
Invece, mentre pensa a uno spazio, il progettista non dovrebbe solo vederne gli aspetti estetici e funzionali minimi ma tentare di sentirlo e percepirlo in modo dinamico con tutti i sensi (tatto, udito, olfatto), muovendovisi all'interno e vivendolo con la mente prima ancora che con il fisico.
Creare progetti e ambienti "a misura d'uomo", infatti, significa non solo riferirsi alle dimensioni fisiche dell'essere umano, ma anche vedere lo spazio attraverso dimensioni percettive e sensoriali.

Per raggiungere questo obiettivo, più che leggi impositive serve cambiare l'impostazione del progetto, tenendo in considerazione che per "tutti" si deve intendere la popolazione nella sua interezza senza escludere le fasce deboli (bambini, anziani e disabili), e senza mettere in contraddizione le esigenze degli uni con quelle degli altri.
Progettare per "utenze allargate" crea infatti un ambiente amichevole per le categorie più deboli, ma può rendere l'ambiente più piacevole per tutti.

E anche qualora si progetti per persone disabili bisogna rendere l'ambiente amichevole con discrezione: se è evidente che vanno evitate le barriere architettoniche, bisogna anche ricorrere agli ausili in modo non eccessivo, in modo da non creare un ambiente troppo ospedalizzato che da un lato enfatizza la diversità, dall'altro può isolare la persona disabile in un ambiente troppo viziato che fa apparire invivibile tutto ciò che, pur essendo "accessibile", non sia anche dotato di ausili.
Molte opportunità in questo senso sono date anche dall'utilizzo attento delle qualità percettive dei materiali e dal potenziamento dell'impianto elettrico che con l'inserimento di ausili "intelligenti" non necessariamente evidenti può migliorare l'autonomia di un portatore di handicap sensoriale.

     
 
Architectura & Natura ha sviluppato le proprie attività dal 1993 al 2006 presso la propria sede di Milano, in Via Stradella 13.
Dal 2007 il Centro di Documentazione è gratuitamente consultabile presso la Biblioteca del Progetto della TRIENNALE di Milano. info@architetturaenatura.it